Ambrogio Fogar è il primo navigatore italiano a fare il giro del mondo in barca a vela in solitaria nel 1973 da est a ovest. Conosciuto dal grande pubblico per la trasmissione “Jonathan: dimensione avventura”, è considerato da molti come l’ultimo dei grandi esploratori ed avventurieri italiani. Sognatore e temerario, a partire dalle traversate oceaniche fino all’avventurosa spedizione al Polo Nord, Fogar è stato l’uomo dalle imprese impossibili. A lui Enrico Ruggeri dedica la puntata de Il Falco e il Gabbiano di lunedì 22 febbraio in onda alle 15.30 su Radio 24.
Dopo tanti colpi d’ala, la storia di Ambrogio Fogar è segnata anche da una caduta in picchiata. Nel 1978 avviene la prima grande tragedia che irrompe nella sua vita. È a bordo del “Surprise”, la sua barca, nel tentativo di circumnavigare l’Antartide e con lui c’è l’amico giornalista Mauro Mancini. Dopo due mesi di navigazione, al largo dell’Argentina, la barca su cui viaggiano i due velisti viene affondata da un branco di orche e naufraga al largo delle isole Falkland. Incredibilmente Fogar e Mancini sopravvivono ad un naufragio durato ben 74 giorni, ma il fato vorrà che una volta salvati Mancini viene aggredito dalla febbre che diventa una polmonite, aggravata dalle condizioni di malnutrizione, e dopo due giorni muore.
Un’altra caduta in picchiata avviene nel 1992. Dopo montagne, ghiacci e onde dell’Oceano, manca solo il deserto.
Da uomo di azione e di imprese estreme, Ambrogio Fogar diventa un sopravvissuto per miracolo, immobilizzato in maniera assoluta e permanente. La sua storia è al centro della puntata de Il Falco e il Gabbiano di Enrico Ruggeri in onda lunedì 22 febbraio alle 15:30 a radio 24. Interviene Giangiacomo Schiavi, Vicedirettore del Corriere della Sera.
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