“Produci, consuma, crepa“, cantavano un tempo in “Morire” i CCCP. Anche Fantozzi, nella sua versione ottimista migliore, avrebbe fatto un infarto alla notizia rilasciata dall’Istat: “Nel 2051 andremo in pensione a 69 anni e 9 mesi”. Dati poco confortanti dall’istituto diretto da Giorgio Alleva. Una prospettiva che, a 70 anni di età, non ci lascierà molte possibilità per goderci la meritata pensione.
Ad oggi, in base agli “scenari demografici” a disposizione “è possibile delineare la futura traiettoria dei requisiti di accesso al pensionamento“. Dai “66 anni e 7 mesi, in vigore per tutte le categorie di lavoratori dal 2018, si passerebbe a 67 anni a partire dal 2019”. Così il presidente dell’Istat, Giorgio Alleva, in audizione alla Camera, sulle proposte di legge per l’equità. Dal 2021 salirebbe a 67 anni e 3 mesi dal 2021 mentre, spiega, “per i successivi aggiornamenti fino “a 69 anni e 9 mesi dal 2051”.
Dal 2021 l’età per la vecchiaia salirebbe a 67 anni e 3 mesi mentre, spiega, “per i successivi aggiornamenti, a partire da quello nel 2023, si prevede un incremento di due mesi ogni volta. Con la conseguenza che l’età pensionabile salirebbe a 68 anni e 1 mese dal 2031, a 68 anni e 11 mesi dal 2041 e a 69 anni e 9 mesi dal 2051″.
Comunque, ricorda Alleva, “per quanto attiene l’adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento” negli anni precedenti due aggiornamenti sono stati già forniti. Il prossimo aggiornamento, tiene a precisare, “entrerà in vigore dal primo gennaio 2019 e sarà costruito sul triennio 2013-2016”.
Il lavoro precario, in termini tecnici “atipico”, è “più diffuso tra i giovani di 15-34 anni”, tanto che “circa 1 occupato su 4 svolge un lavoro a termine o una collaborazione”. Così il presidente dell’Istituto di Statistica alla Camera, sottolineando che però il precariato riguarda anche gli “adulti e i soggetti con responsabilità familiari. Nel 2016 un terzo degli atipici ha tra 35 e 49 anni, con un’incidenza sul totale degli occupati dell’8,9%. Tra le donne il 41,5% delle occupate con lavoro atipico è madre”.
Non vogliamo essere troppo pessimisti, però, sinceramente, come credete che spenderete i soldi della pensione a 70 anni? Noi una idea ce l’abbiamo. Con questo sistema, i soldi della pensione (risparmiati durante tutta una vita dedicata al lavoro), verranno spesi con molta probabilità in spese e cure mediche. Ironia fantozziana, non credete?
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