ActionAid: Le Banche private stanno finanziando la Crisi Climatica

  • Il recente studio “How the Finance Flows” esamina i flussi di denaro provenienti dai principali istituti finanziari verso 134 Paesi del Sud globale.
  • Nonostante siano passati sette anni dall’Accordo di Parigi, ci sono ancora ingenti investimenti destinati all’industria dei combustibili fossili (3,2 trilioni di dollari) e all’agricoltura industriale (370 miliardi di dollari), le principali cause della crisi climatica.
  • Solamente 24 miliardi di dollari sono stati investiti dagli Stati per contrastare la crisi climatica. Questo squilibrio finanziario sta provocando seri danni alle comunità in Africa, Asia e America Latina.

Mentre l’urgenza della crisi climatica diventa sempre più evidente, i settori delle fonti di energia fossile e dell’agricoltura industriale, che sono i principali responsabili del cambiamento climatico, continuano a espandersi e a prosperare. Al contrario, le risorse per affrontare questa emergenza globale rimangono notevolmente insufficienti.

Sette anni dopo l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, l’analisi dei flussi finanziari in 134 paesi del Sud globale rivela che le principali banche private mondiali hanno investito complessivamente 3,2 trilioni di dollari nell’espansione delle fonti di energia fossile, mentre 370 miliardi di dollari sono stati destinati sotto forma di prestiti e garanzie all’agricoltura industriale.

Le banche private stanno finanziando la crisi climatica con un importo venti volte superiore rispetto ai finanziamenti dei governi dei paesi del Nord del mondo per le soluzioni che potrebbero contrastarla.

Gruppi bancari come HSBC, BNP Paribas, Barclays, Citibank, JPMorgan Chase e Mitsubishi UFJ Financial, con sede negli Stati Uniti, in Europa, in Cina e in Giappone, sono tra i principali responsabili dei finanziamenti alle fonti di energia fossile e all’agribusiness.

Ad esempio, HSBC è la principale banca del settore dell’industria agroalimentare, con un investimento di 17,2 miliardi di dollari tra il 2016 e il 2022, seguita da JPMorgan Chase (14,2 miliardi di dollari), Bank of America (14 miliardi di dollari), Citigroup (13,9 miliardi di dollari) e Mitsubishi UFJ (13,2 miliardi di dollari). La Bayer è una delle principali beneficiarie dei finanziamenti per l’agricoltura industriale, avendo ricevuto circa 20,6 miliardi di dollari dal 2016. La Bayer, che possiede anche l’azienda di biotecnologie Monsanto, è il secondo produttore mondiale di prodotti agrochimici, che contribuiscono alle emissioni di gas serra.

Le conseguenze della crisi climatica sono evidenti

L’Europa, il Nord America, l’Africa, l’Asia e l’America Latina hanno subito disastri climatici sempre più frequenti e intensi. Ma gli impatti sono molto più gravi nei paesi del Sud globale, che sono già vulnerabili. I paesi del Sud ospitano un numero crescente di industrie fossili e agricoltura industriale, ma la responsabilità della crisi climatica non è equamente condivisa.

Per affrontare questa emergenza, è necessaria una trasformazione radicale dei sistemi energetici e alimentari, con soluzioni come l’energia rinnovabile e l’agroecologia. Tuttavia, i finanziamenti all’agricoltura industriale nel Sud globale stanno accelerando la crisi climatica e danneggiando le comunità agricole. La deforestazione e l’uso eccessivo di sostanze chimiche per la produzione di prodotti di base sono i principali fattori di distruzione ambientale.

ActionAid chiede alle aziende finanziate dalle banche private, dai fondi assicurativi, dai fondi welfare pubblici e dalle banche controllate dallo Stato di interrompere immediatamente l’espansione dei progetti legati alle fonti di energia fossile e all’agribusiness. Chiede inoltre ai governi di regolamentare maggiormente il settore bancario e finanziario per fermare il finanziamento delle fonti di energia fossile e promuovere transizioni giuste verso soluzioni sostenibili. L’organizzazione lavorerà anche con gli investitori italiani per invertire l’allocazione di risorse verso attività che alimentano la crisi climatica.