WADA su Swiatek e Sinner: Due Pesi e Due Misure

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  • La WADA ha deciso di non portare il caso di Iga Swiatek al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS), archiviando la vicenda senza ulteriori azioni legali. Al contrario, per Jannik Sinner, la stessa agenzia ha deciso di presentare un ricorso contro la decisione che inizialmente lo aveva scagionato, richiedendo una revisione della sua situazione attraverso il TAS.

La Decisione della WADA su Swiatek e Sinner: Due Pesi, Due Misure

La controversa decisione della WADA sulla positività di Iga Swiatek e sul ricorso avanzato contro Jannik Sinner ha sollevato diverse discussioni nel mondo del tennis. La scelta dell’Agenzia Mondiale Antidoping di trattare in modo differente i due casi, nonostante la similitudine delle circostanze, ha suscitato perplessità, dando l’impressione che ci siano stati due pesi e due misure. La vicenda coinvolge la questione della contaminazione da sostanze proibite, in particolare la trimetazidina, sostanza che ha causato il fermo temporaneo della polacca, ma che è stata giustificata come un errore involontario legato all’assunzione di un prodotto per combattere il jet lag.

Il Caso Swiatek: Una Contaminazione Giustificata

La tennista polacca Iga Swiatek, attualmente numero 2 al mondo, aveva ricevuto una sospensione di un mese da parte dell’ITIA (International Tennis Integrity Agency) dopo essere risultata positiva alla trimetazidina, una sostanza vietata. La causa della positività è stata attribuita all’assunzione di un prodotto alla melatonina utilizzato dalla campionessa per contrastare gli effetti del jet lag. Secondo quanto dichiarato, la contaminazione sarebbe avvenuta in modo del tutto accidentale.

La spiegazione di Swiatek è stata accettata non solo dall’ITIA, ma anche dalla WADA, che ha deciso di non procedere con ulteriori azioni contro la tennista. In un comunicato ufficiale, l’Agenzia Mondiale Antidoping ha confermato che la giustificazione della campionessa era “ben dimostrata” e conforme al Codice mondiale antidoping. Non vi erano quindi motivi per appellarsi al Tribunale Arbitrale dello Sport (CAS). Questo ha permesso a Swiatek di archiviare la vicenda, che si è risolta senza ulteriori complicazioni legali.

La Posizione della WADA su Jannik Sinner e il Ricorso al TAS

La situazione di Jannik Sinner, invece, ha preso una piega differente. Il tennista italiano era stato inizialmente scagionato dall’ITIA, che aveva riconosciuto che la contaminazione da Clostebol era avvenuta in modo involontario. Secondo le indagini, il contatto con la sostanza proibita era stato causato dal massaggiatore Giacomo Naldi, che aveva utilizzato un prodotto contaminato. L’ITIA aveva confermato che non c’era stato né dolo né negligenza da parte di Sinner.

Tuttavia, la WADA ha deciso di fare ricorso contro la decisione dell’ITIA e ha chiesto una revisione del caso attraverso il TAS di Losanna. La udienza è stata fissata per il 16 e 17 aprile prossimi, e sarà interessante vedere se il tribunale svizzero terrà conto degli sviluppi recenti e rivedrà la decisione. La vicenda di Sinner rimane quindi aperta, con la possibilità di un ulteriore approfondimento prima della decisione definitiva.

Un Disguido Giuridico?

Queste due vicende sollevano interrogativi su come vengono gestiti i casi di contaminazione da sostanze proibite nel tennis. La divergenza nelle decisioni della WADA sembra lasciare spazio a dubbi sulle modalità di applicazione delle normative antidoping. Mentre il caso di Swiatek è stato risolto senza controversie, quello di Sinner è destinato a proseguire nelle aule del tribunale, con potenziali implicazioni per la sua carriera. Sarà fondamentale monitorare come evolveranno i procedimenti legali nei prossimi mesi, per garantire una maggiore trasparenza e coerenza nelle decisioni antidoping.

Le prossime settimane potrebbero quindi essere decisive per chiarire le ragioni di questa disparità di trattamento e per stabilire un precedente che influenzerà eventuali future situazioni simili nel mondo del tennis e degli sport in generale.