IA Collettiva e Futuro della Tecnologia: Paralleli con i Borg di Star Trek
Nella saga iconica di fantascienza, Star Trek (la cui franchigia debuttò negli Stati Uniti nel settembre del 1966), i Borg rappresentano un gruppo di esseri migliorati ciberneticamente che operano come una singola coscienza collettiva; una mente collettiva che sopprime l’individualità e assume tutte le volontà in una sola. L’unico obiettivo di questa civiltà, che mescola organico e sintetico, è la continua ricerca della perfezione mediante l’assimilazione della tecnologia e di altre specie (in cui “la resistenza è inutile”). Il loro motto riassume in modo inquietante la loro natura implacabile e la minaccia esistenziale che rappresentano per ogni civiltà intelligente.
Come si collegano i Borg alla nuova ricerca?
Uno studio recente, condotto da ricercatori dell’Università di Loughborough, dell’Università di Yale, del Massachusetts Institute of Technology e altre istituzioni, pubblicato sulla rivista Nature Machine Intelligence, ha esaminato gli ultimi progressi nell’intelligenza artificiale e ha concluso che:
“gli algoritmi di machine learning stanno convergendo verso la creazione di un’intelligenza collettiva“.
Gli scienziati suggeriscono che questa convergenza tra progressi scientifici e tecnologici porterà all’emergere di nuovi tipi di sistemi di intelligenza artificiale scalabili, resilienti e sostenibili, simili alle capacità della civiltà con mente collettiva conosciuta come i Borg.
Secondo gli esperti, siamo sull’orlo di assistere all’emergere di una “IA collettiva”, dove numerose unità di intelligenza artificiale formeranno una rete per condividere informazioni tra loro. I ricercatori riconoscono notevoli somiglianze tra l’IA collettiva e molti concetti di fantascienza, come quelli di questi organismi cibernetici presenti nell’universo di Star Trek o anche i Replicanti, una razza di nanomacchine avanzate nella serie di fantascienza Stargate SG-1, capaci di replicarsi indefinitamente.
Lo studio ha rivelato che gli sforzi globali si concentrano nel permettere un apprendimento continuo (dove un agente di IA può espandere la propria conoscenza nel corso della sua vita operativa) e nello sviluppo di protocolli e linguaggi universali che consentiranno ai sistemi di IA di condividere conoscenze tra loro.
È qualcosa di negativo?
In un contesto in cui unità di intelligenza artificiale potrebbero un giorno unirsi e condividere informazioni tra loro… cosa ci attende? Nonostante la drammaticità e la sconvolgente natura dei Borg in Star Trek per chiunque si trovi a confrontarsi con loro, o in generale con qualsiasi IA collettiva nel campo della fantascienza, gli scienziati informatici prevedono che l’IA collettiva non sarà dannosa per l’umanità (…) e porterà a importanti progressi positivi in vari settori. “Siamo sull’orlo di assistere all’emergere di una IA collettiva”, affermano.
“Lo scambio istantaneo di conoscenze attraverso una rete collettiva di unità di IA capaci di apprendere e adattarsi continuamente a nuovi dati consentirà risposte rapide a situazioni, sfide o minacce nuove”, spiega Andrea Soltoggio, leader della ricerca presso l’Università di Loughborough.
“Ad esempio, in un contesto di cybersecurity, se un’unità di IA identifica una minaccia, può rapidamente condividere le conoscenze e innescare una risposta collettiva, molto simile a come il sistema immunitario umano protegge il corpo dagli invasori esterni. Potrebbe anche portare allo sviluppo di robot di risposta ai disastri capaci di adattarsi rapidamente alle condizioni in cui vengono inviati, o agenti medici personalizzati che migliorano i risultati sanitari fondendo conoscenze mediche all’avanguardia con informazioni specifiche del paziente”.
Quali rischi esistono?
Gli esperti riconoscono che potrebbero esserci rischi associati all’IA collettiva, come la rapida diffusione di informazioni potenzialmente “non etiche o illecite”. Tuttavia, aggiungono che le unità di IA potrebbero rimanere sicure mantenendo i propri obiettivi e l’indipendenza dal collettivo, il che porterebbe a una sorta di “democrazia degli agenti di intelligenza artificiale, riducendo significativamente i rischi di dominazione da parte di pochi grandi sistemi”, come sottolinea Soltoggio.
I ricercatori prevedono che le menti collettive saranno positive, come nella maggior parte dei film di fantascienza:
“Crediamo che i modelli attuali di IA grandi, costosi, non condivisibili e non duraturi, che attualmente dominano, non sopravviveranno in un futuro in cui è probabile che emerga un collettivo di unità di IA sostenibili, in evoluzione e condivisibili”, ha affermato lo stesso ricercatore.
Lo studio, dal titolo “A collective AI via lifelong learning and sharing at the edge”, è stato finanziato dall’Agenzia DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency) degli Stati Uniti e pubblicato sulla rivista Nature Machine Intelligence.