Dobbiamo smetterla di chiamarlo Canone Rai, in quanto non è un canone ma bensì una tassa tributaria. Lo ha riconfermato la Corte di Cassazione. “La richiesta di oscuramento dei canali Rai non estingue l’obbligo di pagamento del canone”. Con queste parole la Cassazione ha ribadito il concetto, annullando di fatto una decisione della Commissione Tributaria del Lazio che aveva fornito una scappatoia al contribuente.
Il Canone Rai “non trova la sua ragione nell’esistenza di uno specifico rapporto contrattuale tra contribuente e l’Ente, la Rai, che gestisce il servizio pubblico radiotelevisivo, ma costituisce una prestazione tributaria fondata sulla legge e non commisurata alla possibilità di usufruire del servizio”. Quindi oltre al fatto che non è corretto chiamarlo Canone Rai, ma sarebbe meglio chiamarla Tassa Rai, questa imposta si deve pagare sempre e in ogni caso.