Economia

Ritenuta d’acconto, ecco cosa serve sapere

La ritenuta d’acconto è un metodo di riscossione dei tributi, che deve essere applicato nella fase di emissione di fattura per alcune categorie di lavoro autonomo e dipendente.

È utile conoscere bene quali sono gli utenti soggetti al pagamento della ritenuta d’acconto e quali sono le modalità di calcolo, per evitare di commettere irregolarità e di incorrere di conseguenza in sanzioni, anche potenzialmente salate.

Per agevolare i contribuenti nel capire se si è soggetti e come bisogna procedere durante la fase di calcolo e di pagamento dell’imposta, Fatture in Cloud ha realizzato una guida online che spiega nel dettaglio le caratteristiche della ritenuta d’acconto, soffermandosi in modo particolare sulle tipologie di contribuenti che sono tenuti al versamento e sul metodo di calcolo della cifra da pagare.

Bisogna tenere presente che la trattenuta per i titolari di Partita Iva è un anticipo sulle imposte dovute al fisco e la percentuale da versare corrisponde al 20% per i professionisti residenti in Italia e al 30% per i non residenti sul territorio nazionale.

I professionisti e gli intermediari sono soggetti per esempio al pagamento della ritenuta d’acconto ogni qual volta percepiscano un reddito per una prestazione di lavoro, anche se avvenuta in modalità occasionale. Gli unici utenti che invece godono dell’esonero totale dall’emissione e dal pagamento della ritenuta d’acconto sono i contribuenti che risultano inseriti in un regime fiscale di tipo forfettario, i quali vengono pertanto agevolati in relazione al fatturato esiguo che hanno raggiunto.

La ritenuta d’acconto viene versata direttamente dal sostituto di imposta, entro il termine che corrisponde al 16 del mese successivo a quello del pagamento, per mezzo della compilazione e dell’invio del modello F24, nel quale documento è necessario indicare il codice tributo relativo al tipo di reddito corrisposto.

In relazione al sistema di calcolo corretto dell’imposta, si tiene conto di diversi fattori, tra i quali i compensi professionali e la presenza di rimborsi spese da parte degli utenti o del contributo del 4% per chi risulta iscritto alla gestione separata Inps.

Dopo avere versato la ritenuta d’acconto tramite il modello F24, il sostituto di imposta deve poi provvedere a consegnare la Certificazione Unica entro il 28 febbraio dell’anno successivo al pagamento della prestazione lavorativa, deve trasmettere entro il 7 marzo i dati all’Agenzia delle Entrate secondo la modalità telematica e deve consegnare il Modello 770 entro il 31 luglio.

Sono tante le scadenze per i contribuenti soggetti al versamento della ritenuta d’acconto, per questo è necessario informarsi costantemente e non prendere sottogamba la questione, prestando attenzione ai provvedimenti e alle novità in corso.

Giovanni Fortunato

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