Economia

In che modo il problema dell’inflazione in Italia cambierà la scena tech?

Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Istat, il 2023 si è aperto con una netta diminuzione del tasso di inflazione. I dati di dicembre 2022, infatti, segnalavano un’inflazione pari all’11,6%, mentre la percentuale rilevata durante il mese di gennaio ha raggiunto il 10,1%. Si tratta certamente di una variazione piuttosto timida, specialmente se si considerano i prezzi di beni alimentari e carburanti, ancora piuttosto elevati.

I dati registrati, tuttavia, permettono di sperare in un ulteriore calo durante il nuovo anno. Ne gioverebbe soprattutto il settore tech dello stivale, dal momento che l’inflazione sta letteralmente mettendo in ginocchio migliaia di società italiane, rese sempre più vulnerabili dagli stringenti costi di produzione. Vediamo, quindi, quali sono le conseguenze dirette del fenomeno dell’inflazione sul mondo tech italiano.

Le società high tech italiane

Nel 2022 il settore tecnologico italiano ha visto una notevole penalizzazione, causata soprattutto dall’aumento dei tassi di interesse e da una crescente inflazione. L’Europa in generale, ha visto molti meno investimenti nel settore tecnologico e così anche gli imprenditori italiani hanno dovuto stringere i denti. Eppure, nonostante il periodo di grave recessione economica, la domanda di prodotti tech resta impressionantemente forte.

Aziende come Antares Vision, Diasorin, Nexi o STMicroelectronics sembrano addirittura beneficiare dell’elevato tasso percentuale di inflazione, dimostrando che in questo periodo storico le aziende tecnologiche sono in grado di mantenere abbastanza equilibrato il proprio potenziale redditizio. Questo vale soprattutto per le società che offrono servizi SaaS, e-commerce e compagnie di produzione e distribuzione di semiconduttori. L’impatto inflazionistico infatti, da un altro punto di vista, incentiva le aziende ad investire su nuove tecnologie che possano garantire un’efficienza maggiore e una riduzione dei costi di produzione.

Il caso dei casinò online

Proprio per comprendere quanto l’inflazione abbia effetti positivi e negativi in egual misura sull’andamento delle imprese italiane, può essere interessante analizzare i motivi alla base dell’inarrestabile crescita delle piattaforme di gioco digitale. I principali casinò online del nostro paese, infatti, investono da anni in sistemi di automazione e in software basati sull’intelligenza artificiale per migliorare la fornitura dei propri servizi. Moltissime piattaforme hanno scelto di aprirsi anche al mondo delle criptovalute, permettendo ai propri utenti di ricaricare i propri conti di gioco con una certa varietà di token digitali.

Al momento è, infatti, possibile effettuare depositi e prelievi all’interno di tantissimi casinò online con Visa e Mastercard, ma anche utilizzando numerosi wallet digitali e criptovalute come Bitcoin, Ethereum, Ripple o Dogecoin. L’apertura di tali piattaforme alle nuove opportunità di mercato, insomma, si traduce con una migliore gestione dei costi di produzione e con una maggiore resilienza di fronte ai fenomeni di inflazione e di recessione economica. Come i casinò online, anche i moderni e-commerce seguono la stessa strategia, e proprio per questo anche lo shopping digitale si configura come un settore soggetto a notevole crescita.

La scena tech del futuro

In base a quanto detto finora, è chiaro che la scena tech italiana potrebbe mutare sensibilmente a causa dell’inflazione ballerina a cui è soggetto il nostro paese. Da un lato il fenomeno dell’inflazione provoca generalmente un aumento dei tassi di interesse e, di conseguenza, le compagnie tecnologiche italiane dovrebbero spendere di più in finanziamenti ed investimenti. La maggior parte delle società tech, infatti, si affida proprio al debito per finanziarsi e questo rapporto può talvolta rivelarsi piuttosto pericoloso.

La soluzione è proprio quella di approfittare dell’inflazione per investire nella trasformazione digitale dei propri impianti e delle proprie risorse. Una compagnia può scegliere di investire in tecnologie di intelligenza artificiale e di automazione industriale per ridurre le spese di gestione e produzione. Questa strategia consentirebbe, inoltre, di aprirsi a nuove opportunità di mercato e a nuove modalità di commercio, senza considerare che si tratterebbe di un ottimo stratagemma per diversificare i propri esercizi.

Aziende più competitive

Insomma, dando un’occhiata ai dati rilevati le aziende tech italiane sembrano affrontare abbastanza bene il fenomeno dell’inflazione. Non a caso moltissime società nostrane impegnate nella produzione tecnologica e in servizi IT sono state inserite nella classifica delle 39 aziende hi-tech in cui si lavora meglio, secondo Top Employers Institute.

Questo significa che l’inflazione non è un grosso ostacolo per le compagnie tech italiane, le quali approfittano del periodo avverso per effettuare investimenti per l’ammodernamento delle proprie infrastrutture digitali e per la riduzione dei costi di produzione. Di conseguenza, le aziende italiane saranno sempre più moderne, competitive e redditizie dal punto di vista economico.

L’inflazione che rinvigorisce il tech tricolore

Per quanto possa sembrare paradossale, dunque, abbiamo visto che il fenomeno dell’inflazione, in alcuni casi, può rappresentare anche un’opportunità per diversificare i propri investimenti. In un momento tanto delicato per l’economia mondiale, è assolutamente fondamentale investire nelle nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale e i sistemi di automazione. Questo permette, infatti, alle società di aprirsi a nuove opportunità di mercato, di rinvigorire la propria attività e, soprattutto, di mostrarsi competitive in ambito internazionale.

Giovanni Fortunato

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