Nel corso degli ultimi anni, numerosi studi sembrano aver evidenziato i potenziali benefici dell’olio di CBD ma, nonostante ciò, rimangono ancora molte incertezze al riguardo, soprattutto tra coloro che (erroneamente) tendono ad associare il cannabidiolo al THC, sostanza responsabile degli effetti psicotropi della cannabis.
Ma c’è una grande differenza tra queste due molecole: una differenza che il legislatore italiano ha compreso molto bene, tanto è vero che nel nostro Paese è perfettamente lecito acquistare prodotti a base di cannabidiolo, come gli articoli disponibili in quello che (secondo molti appassionati del settore) è considerato il miglior CBD shop online.
Ad ogni modo, è evidente che una buona fetta degli italiani rimane incuriosita su quelle che sono le reali proprietà dell’olio di cannabidiolo. Ed è per loro che abbiamo deciso di pubblicare il seguente articolo.
Questi i metodi di produzione dell’olio di CBD
L’olio di CBD è un prodotto ottenuto a partire dalla pianta di cannabis. La sua composizione chimica dipende dalla tipologia e può essere abbastanza complessa, arrivando a comprendere diverse altre sostanze oltre al cannabidiolo, tra le quali i terpeni e i flavonoidi.
Per la sua estrazione possono essere utilizzate varie tecniche:
- Macerazione.
Consiste nel selezionare i fiori e le foglie della cannabis e nel farli macerare in un olio vegetale (di oliva, di canapa, di cocco e via dicendo, che vengono fatti macerare in un olio vegetale, solitamente oliva o semi di canapa. Successivamente, viene effettuato un processo di estrazione meccanica per separare i composti attivi della pianta dall’olio vegetale; - Estrazione con solventi.
Si tratta di una tecnica in una certa misura più efficiente rispetto alla precedente in quanto consente di ottenere una maggiore concentrazione di principio attivo. L’utilizzo di solventi, come l’etanolo, però, è più complesso e richiede attrezzature speciali. Inoltre, si tratta di un metodo meno sicuro per via della possibile contaminazione del prodotto finale; - Estrazione con CO2 supercritica.
Tramite questo metodo, l’anidride carbonica viene utilizzata per completare un complesso procedimento chimico che permette di estrarre il CBD e gli altri principi attivi in modo pulito e sicuro, senza il rischio di lasciare dei residui. È una tecnica che richiede l’utilizzo di una complessa attrezzatura, ma garantisce un migliore risultato rispetto alle precedenti.
Quali sono i benefici dell’olio di cannabidiolo?
L’olio di CBD è stato oggetto di molte ricerche recenti volte a far luce sui suoi potenziali benefici per la salute.
In base agli studi condotti fino a questo momento, il cannabidiolo esercita i suoi effetti sul corpo umano interagendo con il sistema endocannabinoide, composto da una serie di recettori nervosi coinvolti in molte importanti funzioni, tra le quali la mediazione del dolore e il controllo dei processi infiammatori. Di conseguenza, una delle ipotesi più accreditate è che il CBD sia in grado di produrre effetti analgesici e antinfiammatori.
Inoltre, diversi studi suggeriscono che questo composto possa avere degli effetti potenzialmente terapeutici anche contro alcuni disturbi dell’umore, come l’ansia e la depressione.
Nonostante le evidenze raccolte nel corso di tali ricerche, è opportuno sottolineare che questi risultati sono ancora preliminari e sono necessari ulteriori studi per confermare (o smentire) le proprietà osservate fino a questo momento.
Non c’è dubbio che la medicina arriverà a svelare completamente quelli che sono gli effetti (e le eventuali controindicazioni) legati al CBD e, a quel punto, le autorità avranno tutte le informazioni necessarie per decidere come normare l’utilizzo dell’olio di cannabidiolo in modo da tutelare la salute pubblica in linea con le scoperte scientifiche effettuate su questa sostanza.
Facciamo chiarezza sugli utilizzi dell’olio di CBD consentiti dalla normativa italiana
Dal punto di vista legale, è importante notare che in Italia il CBD non è ancora stato normato in maniera precisa.
Da una parte, la legge del nostro Paese proibisce severamente la produzione di sostanze derivanti dalla cannabis tra le quali, di base, dovrebbe rientrare anche il cannabidiolo. Tuttavia, è anche vero che con la Legge 242/2016 il CBD è stati di fatto escluso da questa proibizione, ma solo quando viene estratto da piante a basso tenore di THC, quelle che, in gergo, vengono indicate con il termine ‘cannabis light’.
Il problema è che tale norma consente esplicitamente la sola produzione di prodotti a base di CBD, ma non dice nulla in merito al loro utilizzo. In sostanza, rimane aperto l’interrogativo: a quali fini può essere acquistato l’olio di cannabidiolo?
Ancora nessuna risposta è stata data al riguardo. Ma quello che sappiamo è che, fino a questo momento, la giustizia ha manifestato talvolta la tendenza a considerare illecito il consumo di CBD per qualsiasi fine. Di conseguenza, le aziende del settore si sono adeguate commercializzando i prodotti a base di cannabis light esclusivamente a fini collezionistici.
In conclusione
In questo articolo abbiamo approfondito ciò che la ricerca medica ha rilevato in merito ai benefici dell’olio di CBD, illustrando nello stesso tempo in che modo viene ottenuto questo prodotto e qual è la posizione della legge italiana nei confronti del cannabidiolo.
In base ai risultati ottenuti dalle ricerche effettuate fino a questo momento, sembrerebbe che questa sostanza possa essere potenzialmente utile per alleviare determinati disturbi legati all’ansia e per ridurre il dolore e l’infiammazione. Tuttavia, è necessario attendere ulteriori studi per stabilire una volta per tutte se il CBD rappresenta davvero una risorsa dal punto di vista terapeutico.
Fino a quel momento, è probabile che la normativa nostrana segua una linea prudente (forse troppo) e continui a consentirne l’acquisto presso i numerosi rivenditori del settore, come l’italianissimo Justbob, solo a fini collezionistici.