Un falso account Twitter, attribuito al presidente della Conferenza episcopale tedesca, Georg Bätzing, ha riportato la notizia della morte del papa emerito Benedetto XVI, che ha guidato la Chiesa Cattolica di Roma dal 2005 al 2013.
Joseph Aloisius Ratzinger, il suo nome originale tedesco, si era dimesso da papa nel 2013 con l’intenzione di dedicarsi alla preghiera e agli ritiri spirituali, a cui è stato sostituito papa Francesco, il primo leader della Chiesa cattolica a dimettersi da secoli.
La voce della morte del papa emerito ha invaso i social network, mentre il Vaticano ha taciuto sulla notizia. Quasi un’ora dopo la pubblicazione del tweet, lo stesso account ha chiarito che era falso e che era stato creato dal giornalista italiano Tommasso Debenedetti.
Chi è Tommaso Debenedetti?
In un’intervista del 2010, il giornalista ha confessato che “gli piace essere il campione italiano delle bugie” inventando interviste ai “grandi”, dal Dalai Lama, Mikhail Gorbachev, Noam Chomsky o lo stesso Joseph Ratzinger, che 22 anni dopo “ha ucciso” attraverso un tweet falso.
In seguito decise di “evolversi” mentre Internet aumentava il suo potenziale e la sua portata nella società. Presto decise che era una buona notizia ‘uccidere’ (metaforicamente nelle fake news) celebrità, da Isabel Allende a Mario Vargas Llosa (un paio di volte), Gabriel García Márquez, Fidel Castro, JK Rowling e Pedro Almodóvar.
Ecco perché in una nota pubblicata di recente è stato definito il “più grande bugiardo nella storia del giornalismo“.
In Italia, Debenedetti, insegnante di 53 anni, è considerato un genio per l’invenzione di interviste e commenti che considera il furto di identità e le lettere false “come un gioco”, e che non ci guadagna nulla con è più che divertirsi. Spesso Debenedetti ha assicurato che il suo obiettivo è “mostrare l’inaffidabilità dei social network come fonte di informazione”.