Gli insetti sono una fonte di proteine per la dieta dell’umanità. Alcune voci, tra cui quella di John Chambers, ex CEO di Cisco, prevedono che tra 20 anni sarà la principale fonte di proteine al mondo, dal momento che il bestiame è un’attività che ha un impatto negativo sull’ambiente. “Sono l’ambiente più pulito e meno compromettente“, ha dichiarato Chambers durante il ciclo della conferenza sulla tecnologia, realizzato nel 2017.
L’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (FAO) ha anche indicato che “gli insetti mangiati hanno un impatto meno negativo sull’ambiente, comprese le emissioni di gas serra, rispetto al bestiame convenzionale”.
Con queste prospettive, diverse aziende hanno iniziato le operazioni per prendere la maggior parte di un mercato ormai imminente. Il motivo è la crisi ambientale globale e le innegabili esigenze alimentari dell’umanità. Un esempio di questo sono l’Aspire Food Group e la catena svizzera di supermercati Coop.
Il primo, con sede in Texas, coltiva grilli per il consumo umano. Da parte sua, la strategia di Coop è la creazione di una linea di prodotti a base di insetti, nei quali il cliente può incontrare acquistando polpette e hamburger a base di vermi.
Nel mondo, secondo uno studio di Bloomberg, il mercato per gli insetti destinati al consumo umano nel 2018 è di 406,5 milioni di dollari. Se il trend di crescita continua, le proiezioni degli analisti indicano che il mercato sarà di 1393,5 milioni di dollari nel 2023. Allo stato attuale, il mercato asiatico per gli insetti per il consumo umano è il più grande del mondo, seguito da quello dell’America Latina.
Le regioni con la più ampia tradizione culinaria legata agli insetti sono il sud-est asiatico e diversi paesi dell’America Latina. In questa regione, il Messico è il paese con il maggior numero di specie di insetti commestibili. Tra afidi, scarafaggi, farfalle, mosche, cavallette, vermi maguosi, jumile ed escamole, 549 specie diverse vengono consumate nel paese. Rappresentano un quarto delle specie conosciute adatte al consumo umano.
Gli insetti hanno un alto contenuto di grassi, proteine, vitamine, fibre e minerali e persino si rivelano migliori di manzo, maiale e pollo, dice il segretario dell’Agricoltura, dell’allevamento, dello sviluppo rurale, della pesca e dell’alimentazione del Messico (Sagarpa) nel suo blog. Il consumo e la produzione di insetti in Messico è concentrato negli stati meridionali, centrali e sudorientali.
Analizzando queste tendenze, sono emerse iniziative per la coltivazione di insetti commestibili a casa, allevamenti di insetti fatti in casa. Attraverso un dispositivo, la startup Livin Farms con sede a Hong Kong, spera che i consumatori possano utilizzare i propri rifiuti organici per produrre fino a 500 grammi di vermi da pasto alla settimana.
Data l’imminenza e la necessità di diversificare la fonte proteica mondiale, gli insetti diventeranno sempre meno un piatto esotico, destinato solo ai palati avventurosi nelle latitudini in cui il loro apporto non è ancora comune, e più una parte comune della dieta. Diverse indagini suggeriscono che il rifiuto di alcune persone di consumare gli insetti è una predisposizione dovuta a codici culturali.
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