La speranza di vita dell’essere umano può variare a seconda del luogo del pianeta in cui vive, ma fino ad ora sono pochi quelli che possono superare i 100 anni. Inoltre, è una fase in cui la mobilità e altri fattori sono influenzati. Ora, questo potrebbe diventare storia antica, dato che un scienziato sostiene che la prima persona capace di prolungare la propria vita fino a 1000 anni è già nata.
Raymond Kurzweil (New York, 12 febbraio 1948), scienziato, futurista e autore di “The Singularity Is Nearer: When We Merge with AI“, (“La singolarità è più vicina: quando ci uniamo all’intelligenza artificiale”), libro di saggistica del 2024, il seguito del suo bestseller del 2005 “The Singularity is Nearer” (libro in italiano: “La singolarità è vicina“), oltre che di vari altri saggi, difende nel suo libro l’idea di come i nanorobot e, in definitiva, l’unione di biotecnologia e intelligenza artificiale (IA), potrebbero permettere all’essere umano di superare di molto la sua speranza di vita.
“I ricercatori della longevità sostengono che l’unica soluzione è curare l’invecchiamento stesso (…). In breve, abbiamo bisogno della capacità di riparare i danni dell’invecchiamento a livello di singole cellule e tessuti locali. Ci sono varie possibilità in esplorazione per raggiungere questo obiettivo, ma credo che la soluzione definitiva più promettente siano i nanorobot“, difende Kurzweil.
L’esperto sostiene inoltre che la prima persona a superare i 1000 anni è già nata:
“Se la nanotecnologia del 2050 risolverà abbastanza problemi legati all’invecchiamento per far sì che le persone di 100 anni inizino a vivere fino a 150 anni, avremo fino al 2100 per risolvere i nuovi problemi che potrebbero sorgere a quell’età”.
Kurzweil, però, è consapevole che tutto questo possa sembrare “assurdo” ai giorni nostri, ma il progresso, soprattutto con lo sviluppo dell’IA, sarà esponenziale e meteorico. Secondo lui, questi nanorobot avranno il compito di riparare gli organi che nel tempo si indeboliscono nell’essere umano.
In futuro, suggerisce che questa tecnologia potrebbe addirittura sostituire gli organi:
“Controllando l’approvvigionamento di queste sostanze vitali, regolando i loro livelli secondo necessità e mantenendo le strutture degli organi, i nanorobot possono mantenere il corpo di una persona in uno stato di salute ottimale a tempo indefinito“.
Kurzweil sostiene inoltre che tra il 2040 e il 2050 ci sarà uno sviluppo inarrestabile di questa scienza.
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