Un ex dirigente di Google ha avvertito dei pericoli dell’intelligenza artificiale (AI) e ha affermato che le macchine alimentate da essa potrebbero arrivare a vedere gli umani come “feccia” e persino pensare a cospirare per ucciderli. Secondo il New York Post, parlando al podcast ‘Secret Leaders’, pubblicato martedì, Mo Gawdat, che ha trascorso più di un decennio come CEO di X Development – un laboratorio precedentemente noto come Google X, focalizzato su progetti che includono intelligenza artificiale e robotica – ritiene che questa tecnologia ‘ ha la capacità di creare macchine per uccidere perché sono gli umani a crearle.’
L’intelligenza artificiale potrebbe creare disinfestatori nella misura in cui è in grado di “generare la propria potenza di calcolo ed eseguire installazioni da sola tramite bracci robotici”. In questo senso, Gawdat ha confrontato questo scenario con il futuro distopico presentato dal film di fantascienza “I, robot”, interpretato da Will Smith, in cui l’IA decide che deve prendere il controllo ed eliminare gli umani. Ha affermato che questa è una chiara possibilità.
A suo avviso, la possibilità che l’IA pensi alla razza umana come “feccia” è “molto alta” perché i modelli di apprendimento che la addestrano apprendono dall’universo creato online, dove cattive notizie, rabbia e odio, e questo potrebbe incentivare l’IA a vedere la specie umana come malvagia e una minaccia. Probabilmente sta solo vedendo il peggio di ciò che l’umanità ha da offrire perché “siamo falsi sui social media, maleducati, arrabbiati o bugiardi in internet”.
Allo stesso modo, Gawdat ha insistito sul fatto che è già troppo tardi per annullare i progressi in questo settore, principalmente perché le società tecnologiche sono troppo investite finanziariamente per fare marcia indietro.
“Scienziati e leader aziendali molto importanti stanno dicendo: ‘Fermiamo lo sviluppo dell’IA’, ma questo non accadrà mai, non a causa di problemi tecnologici, ma a causa del dilemma aziendale. Se Google sta sviluppando l’IA e teme che Facebook lo sconfiggerà, non si fermerà perché è assolutamente certo che se si ferma lui, non lo farà qualcun altro“.
L’esperto sottolinea che c’è ancora molta strada da fare per ciò che prevede accada e ritiene che definire quanto velocemente arriverà quel giorno dipende dall’uomo e dall’energia che deciderà di dedicare d’ora in poi a quelle macchine. Allo stesso tempo, afferma che non ha senso demonizzare semplicemente i modelli di intelligenza artificiale per i rischi che comportano, poiché “l’umanità è la minaccia“.
Gawdat non è l’unico con una posizione fatalista sulla questione
Lo scienziato Geoffrey Hinton, considerato il “padrino” dell’IA, concorda sul fatto che i nuovi sistemi di intelligenza artificiale potrebbero rappresentare un rischio per l’umanità. Si preoccupa che non solo generino il proprio codice informatico, ma lo eseguano da soli e sviluppino comportamenti inaspettati, quindi teme che un giorno questa tecnologia possa lasciare il posto ad armi veramente autonome, come i robot assassini che sono diventati popolari nella fantascienza.