L’eruzione del vulcano Whakaari sull’isola di White Island in Nuova Zelanda, con morti e dispersi, potrebbe causare ulteriori devastazioni come frane, tsunami e ulteriori potenti eruzioni vulcaniche.
Chris Elders, professore di geologia all’Università di Curtin in Australia, spiega al Daily Mail, che le particelle di cenere che vengono lanciate dal vulcano nell’atmosfera, hanno una grande capacità di raccogliere le gocce di pioggia dalle nuvole, e quindi causare forti piogge. Questo, a sua volta, causerebbe improvvise frane delle rocce instabili di nuova formazione, creando un ambiente pericoloso sia per i soccorritori che per i turisti che sono ancora sull’isola.
“Quando si verifica un’eruzione come questa, la cenere si deposita molto rapidamente e crea rocce estremamente instabili”, ha detto il geologo, osservando che “non è sicuro che i soccorritori possano atterrare sull’isola”. “Qualsiasi pioggia, che può essere causata dalla cenere inviata nell’atmosfera, potrebbe causare una frana se si staccano le rocce instabili”, ha aggiunto.
Disastri post-eruzione
La storia ha dimostrato che i grandi eventi vulcanici hanno spesso la capacità di generare successive catastrofi. Le frane rocciose potrebbero anche innescare uno tsunami se questi resti raggiungono l’oceano. “Se la roccia della montagna scivola verso il mare, quando ciò accade, sposta la quantità proporzionale di acqua e provoca un’onda”, ha aggiunto Elders.
Gli esperti ritengono che vi sia persino la possibilità di ulteriori eruzioni. “Queste sono di breve durata, ma una volta che si verificano, ci sono grandi possibilità di più eruzioni, di solito più piccole quando il sistema si riequilibra”, afferma il vulcanologo Shane Cronin.
Le autorità neozelandesi hanno riferito di almeno sei morti, 18 feriti e diversi dispersi dall’eruzione del vulcano.