Colombia ferma: protesta tra censura e militarizzazione nelle strade.

Grande protesta in Colombia oggi, dove migliaia di manifestanti stanno protestando contro le politiche del lavoro e delle pensioni che potrebbero essere attuate dal presidente Iván Duque, nonostante il fatto che l’esecutivo affermi di non aver ancora approvato nulla.

Lo sciopero nazionale che si sta svolgendo in queste ore in Colombia contro il cosiddetto “Pacchetto Duke” è stato preceduto da raid contro le organizzazioni sociali e una forte presenza di forze di sicurezza statali nelle strade, che è stata catalogata dai suoi organizzatori come “trattamento della guerra, persecuzione e criminalizzazione della protesta”.

I giorni precedenti sono stati contrassegnati dalle ripetute smentite del presidente Iván Duque sulle presunte riforme del lavoro e delle pensioni che il suo governo avrebbe fatto e le chiamate della vicepresidente Marta Lucía Ramírez per essere attenti agli “interessi degli altri” che vogliono “distruggere la Colombia come hanno fatto in Cile ed Ecuador”.

D’altra parte, la tensione è aumentata con le incursioni “preventive” alla ricerca di “materiale terroristico” nei media e nei gruppi e con il rafforzamento della presenza dei militari nelle strade, mentre il confine è chiuso dalla mezzanotte di ieri.

Diverse organizzazioni sociali, sindacati, figure politiche e partiti, hanno respinto le incursioni che le autorità hanno fatto ai gruppi che hanno partecipato alle precedenti mobilitazioni in città come Bogotá, Medellín e Cali. Allo stesso modo, hanno messo in guardia sulle azioni contro coloro che distribuiscono volantini e manifesti di propaganda a favore dello sciopero.

Il neo nominato Ministro della Difesa, Carlos Holmes Trujillo, ha negato che Bogotá o un’altra città colombiana sarebbero state militarizzate. Tuttavia video e immagini di insolita presenza di uomini in uniforme sono circolati per le strade e nelle vicinanze delle università in cui si svolgono le proteste.

Il ministro degli Interni ha annunciato che il presidente firmerà un decreto che autorizza le autorità locali a ordinare il coprifuoco “quando le circostanze lo giustificano” dopo una valutazione preliminare tra autorità territoriali, forze militari e polizia. Questa misura può essere accompagnata da un divieto di trasporto di armi e consumo di alcol.

Allo stesso modo, l’esecutivo di Iván Duque ha annunciato ieri la chiusura temporanea dei suoi valichi di frontiera, via terra e via acqua, con Ecuador, Venezuela, Brasile e Perù.