Da decenni, gli scienziati informatici sono impegnati nella missione di emulare il funzionamento del cervello umano, tentando di replicare le sue complesse reti neurali per costruire un’intelligenza artificiale (AI) sempre più potente. Tuttavia, più queste reti neurali artificiali diventano sofisticate, più consumano energia.
In un nuovo sviluppo che sfrutta l’efficienza della natura, una start-up svizzera ha introdotto un “biocomputer” che si connette alle cellule cerebrali viventi, sfruttando significativamente meno energia rispetto ai tradizionali computer basati su bit.
La piattaforma online di FinalSpark, denominata “wetware computing“, va oltre l’integrazione di concetti biologici nell’informatica. Utilizza gruppi sferici di cellule cerebrali umane coltivate in laboratorio, noti come organoidi, alloggiati all’interno di array collegati a elettrodi e un sistema microfluidico. Questo approccio innovativo sfrutta le capacità emergenti dei ricercatori nel coltivare organoidi, consentendo loro di studiare mini repliche di singoli organi.
FinalSpark sostiene che i loro bioprocessori consumano notevolmente meno energia rispetto ai processori digitali tradizionali. Anche se non sono stati forniti dati specifici sul consumo energetico del loro sistema, il team afferma che l’addestramento di modelli linguistici di grandi dimensioni richiede enormi quantità di energia.
Ad esempio, l’addestramento di un modello come GPT-3 ha richiesto una quantità di energia equivalente a migliaia di volte il consumo annuale di energia di un cittadino europeo. In contrasto, il cervello umano funziona consumando solo una frazione di quella quantità di energia.
Con il settore dell’intelligenza artificiale destinato a consumare una quota significativa dell’elettricità globale entro il 2030, diventa sempre più urgente rendere l’informatica più efficiente dal punto di vista energetico. Le sinergie tra reti di cellule cerebrali e circuiti informatici potrebbero essere una soluzione promettente per affrontare questa sfida.
È essenziale trovare modi innovativi per ridurre l’impatto ambientale dell’IT, considerando che attualmente è responsabile di una percentuale significativa delle emissioni globali di CO2.
FinalSpark non è l’unico gruppo a esplorare il collegamento tra sonde e sistemi biologici o a tentare di programmare reti neurali per eseguire specifiche funzioni input-output. Anche altri ricercatori, come quelli negli Stati Uniti, stanno compiendo progressi significativi in questo campo. Nonostante gli attuali utilizzi siano principalmente orientati alla ricerca, ci sono ampie prospettive per l’applicazione pratica di queste tecnologie in futuro.
In conclusione, l’avvento dei bioprocessori e delle reti neurali biologiche apre la strada a un nuovo capitolo nell’evoluzione dell’informatica. Mentre continuiamo a esplorare le potenzialità di queste tecnologie innovative, è fondamentale mantenere un equilibrio tra progresso scientifico ed esigenze ambientali, garantendo un futuro sostenibile per l’umanità. Il recente studio di FinalSpark, pubblicato su Frontiers in Artificial Intelligence, rappresenta solo un passo in avanti in questa affascinante e in continua evoluzione area di ricerca.
L’Emilia-Romagna è la regione vincitrice dell’edizione digitale di “Masterchef”. Con 1,6 milioni di ricerche mensili,…
L'Inter, dopo il primo test contro l'Under 23, torna in campo per affrontare il Monaco…
Roma in Amichevole contro l'Aston Villa: Ultime Notizie sulla Formazione e Dove Vederla La Roma…
Francis Ford Coppola Ricoverato al Policlinico di Tor Vergata: Le Ultime Novità Francis Ford Coppola,…
Il Rumore sulla Morte di Céline Dion: Cosa C'è di Vero? Céline Dion, la celebre…
Se stai cercando informazioni su come vedere Nottingham Forest Fiorentina in streaming gratuito, sei nel…