Scienze / Ambiente

Api operaie sudafricane riproducono cloni a causa di una casualità genetica

Le api operaie della sottospecie Apis mellifera capensis, detta Cape o ape sudafricana, possono riprodursi creando cloni di se stesse per casualità genetica. Lo ha scoperto un gruppo di scienziati dell’Università di Sydney (Australia) nell’ambito della loro ricerca pubblicata questo mese sulla rivista Proceedings of the Royal Society B.

Come si riproducono le api operaie senza una regina?

Le regine dell’ape del Capo si riproducono sessualmente, mentre le operaie di questa sottospecie lo fanno asessualmente. Questa forma di riproduzione è chiamata partenogenesi e avviene senza che le uova vengano fecondate.

Sebbene abbia alcuni vantaggi, la partenogenesi comporta la perdita della diversità genetica della specie. “Questo perché di solito un pezzo di materiale genetico viene mescolato in modo errato. Questi errori, noti come ricombinazioni, possono causare difetti alla nascita o ovuli non produttivi”, spiegano sul portale Phys.org.

Tuttavia, gli specialisti hanno stabilito che le api operaie sudafricane hanno sviluppato una mutazione genetica che impedisce la ricombinazione. Così possono creare copie di se stessi.

Dati concreti

Gli scienziati hanno effettuato un esperimento in cui hanno confrontato i genomi dei lavoratori della sottospecie indagata con quelli della loro regina e del suo lignaggio. Per fare ciò, mettono un nastro per coprire gli organi riproduttivi della regina, facendola procreare asessualmente insieme alle operaie nello stesso alveare.

Si è scoperto che il grado di ricombinazione della prole reale era 100 volte maggiore di quello delle api operaie. Inoltre, il lignaggio di quest’ultimo rappresentava cloni quasi identici dei loro genitori. I ricercatori hanno anche trovato una linea di lavoratori nel nido d’ape che è stata clonata per circa 30 anni.

Quali sono le implicazioni di un tale super potere?

Godendo di tale capacità, le operaie dell’ape del Capo non sembrano essere molto utili a differenza di altre specie. È stato scoperto che una linea di Apis mellifera capensis clona così tanto che non ha più bisogno di una regina per continuare la sua esistenza, intrufolandosi negli alveari delle api africane. Lì gli intrusi depongono le uova e le api africane le prendono per loro.

In questo modo le larve delle api clonate riescono a sviluppare il proprio corpo e le proprie ovaie fino alle dimensioni di quelle di una regina perché inviano segnali ai loro ospiti per nutrirle il più possibile.

Tuttavia, la capacità parassitaria delle api clonate va anche oltre, mentre invadono questi favi. “Non fanno alcun lavoro […] Si pavoneggiano solo con quell’atteggiamento ‘sì, lavorerai per me‘. Questo porta molto rapidamente al collasso dell’alveare. Come individui questi cloni sono piuttosto disfunzionali, quindi si prevede che si estinguano”, ha spiegato l’autore principale dello studio Benjamin Oldroyd al portale Live Science.

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