La corretta conservazione delle bollette è quindi un aspetto imprescindibile per ogni consumatore consapevole.
Con l’avanzamento della digitalizzazione dei servizi, la gestione delle bollette delle utenze domestiche ha subito notevoli trasformazioni. Tuttavia, la conservazione di questi documenti rimane un aspetto cruciale per evitare problemi legali e fiscali.
La legge stabilisce infatti per quanto tempo è obbligatorio conservare le bollette, un’informazione essenziale per ogni consumatore.
Conservazione delle bollette: digitale o cartaceo, cosa cambia?
Negli ultimi anni, molti utenti hanno optato per la ricezione delle bollette in formato digitale, tramite email o portali dedicati, mentre altri ancora preferiscono il formato cartaceo. Indipendentemente dal formato scelto, la necessità di conservare le bollette resta fondamentale. Questi documenti non solo attestano il consumo di energia, gas o acqua, ma rappresentano anche la prova del pagamento effettuato, indispensabile in caso di contestazioni o verifiche da parte degli enti erogatori.
Le bollette contengono dati fondamentali come le letture dei contatori, i costi dei consumi, le imposte applicate (IVA inclusa) e gli eventuali costi aggiuntivi come il trasporto dell’energia. Conservarle consente di monitorare l’andamento dei consumi e di tutelarsi contro eventuali addebiti errati o ingiustificati.
Quanto tempo conservare le bollette secondo la normativa vigente
La durata della conservazione dipende dal tipo di utenza e dalla normativa applicabile, con periodi che variano generalmente tra i due e i cinque anni. È importante conoscere le scadenze legali per evitare spiacevoli sorprese.
- Energia elettrica: le bollette emesse dopo il 1° marzo 2018 sono soggette a una prescrizione di due anni. Quelle antecedenti a tale data devono essere conservate fino a cinque anni. Ad esempio, una bolletta del 2017 può essere recuperata e pagata entro cinque anni, mentre una del 2019 si prescrive dopo due anni.
- Gas: la normativa è simile a quella dell’energia elettrica. Le fatture successive al 1° gennaio 2019 devono essere conservate per due anni, quelle precedenti per cinque.

- Altre utenze: nel caso di servizio idrico, telefonia o simili, la regola generale suggerisce di mantenere le bollette per almeno due anni. In presenza di contenziosi o importi significativi, è consigliabile estendere la conservazione oltre questo termine.
Il ruolo di ARERA e le raccomandazioni per i consumatori
L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) svolge un ruolo chiave nel tutelare i consumatori, garantendo trasparenza e correttezza nelle fatturazioni. L’ente raccomanda di conservare le bollette almeno per il periodo della prescrizione, affinché sia possibile contestare eventuali addebiti errati o segnalare disservizi.
Non conservare le bollette espone al rischio di non poter dimostrare pagamenti effettuati, con la possibilità di dover saldare nuovamente somme già corrisposte. Questo vale sia per il formato cartaceo, sia per quello digitale, dove è comunque fondamentale mantenere un archivio ordinato e accessibile.
Strategie efficaci per la gestione e l’archiviazione delle bollette
Per chi riceve bollette cartacee, una buona pratica è la digitalizzazione tramite scanner, con archiviazione su dispositivi sicuri o servizi cloud, così da avere sempre una copia di backup a portata di mano. In alternativa, l’uso di raccoglitori con divisori annuali permette di mantenere ordine e facilità di consultazione.
Chi utilizza esclusivamente bollette digitali dovrebbe organizzare i file in cartelle ben strutturate o affidarsi ad app dedicate alla gestione delle fatture elettroniche, facilitando così la ricerca e la conservazione nel tempo.