Julian Assange: Nuovo Ricorso contro l’Estradizione negli USA

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Julian Assange ottiene la possibilità di un nuovo ricorso contro l’estradizione negli Stati Uniti

La notizia giunge oggi dall’Alta corte di Londra: i giudici hanno deliberato che Julian Assange avrà la possibilità di presentare un nuovo ricorso contro la sua estradizione negli Stati Uniti. Questa decisione è stata presa sulla base delle argomentazioni avanzate dalla difesa del cofondatore di Wikileaks, che solleva serie preoccupazioni riguardo alla garanzia di un processo equo al di là dell’oceano atlantico.

Fondamenta della decisione giudiziaria

I magistrati hanno ritenuto fondate le argomentazioni presentate dalla difesa di Julian Assange riguardo al timore di un processo iniquo negli Stati Uniti. La natura delle accuse che lo attendono, principalmente legate allo spionaggio, e la vastità delle pene previste, hanno sollevato serie preoccupazioni riguardo alla possibilità per Assange di ricevere un processo giusto e imparziale. Si tratta di diciassette capi di accusa, tutti connessi alla pubblicazione di documenti diplomatici, che potrebbero portare a una condanna fino a 175 anni di carcere.

Le implicazioni dell’estradizione per Julian Assange

L’estradizione negli Stati Uniti rappresenta per Julian Assange un rischio significativo. Oltre alla minaccia di una condanna molto lunga, ci sono preoccupazioni riguardo alle condizioni di detenzione e al trattamento che potrebbe subire una volta nelle mani delle autorità statunitensi. Il caso ha sollevato un dibattito su temi cruciali quali la libertà di stampa, la protezione dei whistleblower e i limiti del potere governativo nel perseguire i reati informatici.

Il dibattito internazionale su Julian Assange

La vicenda di Julian Assange ha suscitato un dibattito internazionale sulla libertà di informazione e sui diritti umani. Mentre alcuni sostengono che Assange debba rispondere delle accuse formulate contro di lui, altri vedono in lui un simbolo della lotta per la trasparenza e la responsabilità delle istituzioni governative. La decisione dell’Alta corte di Londra di consentire un nuovo ricorso contro l’estradizione aggiunge un altro capitolo a questa controversia in corso.

Perchè gli Stati Uniti vogliono vedere morto Julian Assange, la storia di WikiLeaks

Nel 2010, il portale WikiLeaks ha sorpreso il mondo pubblicando centinaia di migliaia di pagine di documenti militari segreti e di cablogrammi diplomatici confidenziali sulle attività di Washington nelle guerre in Iraq e in Afghanistan, rivelando da allora ancora più dettagli imbarazzanti sulle politiche discutibili degli Stati Uniti e di altri paesi.

Il lavoro giornalistico del fondatore di WikiLeaks gli è costato la libertà ed è stato tradotto in anni di persecuzione giudiziaria, nonostante sia circoscritto nell’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che afferma che “ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione“, un diritto che include “il non essere molestato per le proprie opinioni, quello di investigare e ricevere informazioni e opinioni, e quello di diffonderle, senza alcuna limitazione di confine, per qualsiasi mezzo di espressione”.

Ad aprile, Julian Assange ha compiuto cinque anni di detenzione nel Regno Unito, dove è rimasto in una sorta di limbo legale in attesa di un destino incerto e cercando di evitare l’estradizione negli Stati Uniti, dove potrebbe essere condannato a morte o all’ergastolo. Ripercorriamo le più importanti fughe di notizie di WikiLeaks per le quali Washington continua a perseguire Assange con tanta perseveranza.

Manuale dell’Esercito degli Stati Uniti per Guantanamo

Dicembre 2007: WikiLeaks pubblica un manuale dell’Esercito degli Stati Uniti per i soldati che custodiscono i prigionieri del centro di detenzione di Guantanamo. Il testo raccoglie “procedure operative standard” che si applicano ai detenuti, tra cui misure come l’uso di cani con intenti intimidatori o il divieto di accesso al recinto ai membri del Comitato Internazionale della Croce Rossa.

“Omocidio Collaterale” a Baghdad

Aprile 2010: Pubblicazione del video ‘Omocidio Collaterale’ datato 12 luglio 2007, in cui si vede come soldati statunitensi sparano a un gruppo di civili iracheni da un elicottero AH-64 Apache, uccidendo una dozzina di persone, tra cui due reporter di Reuters.

Il “diario della guerra in Afghanistan”

Luglio 2010: Rivelazione di oltre 91.000 rapporti segreti sulla guerra in Afghanistan tra il 2004 e il 2009. In particolare, è emerso che gli Stati Uniti hanno nascosto le brutali stragi commesse dai talebani (che hanno causato circa 2.000 vittime civili) o i casi di 195 persone disarmate uccise dalle forze della coalizione, a causa di sparatorie motivate dal timore che fossero terroristi suicidi.

I registri della guerra in Iraq

Ottobre 2010: Fuga di 391.832 documenti del Pentagono sulla guerra in Iraq, che coprono il periodo tra il 2004 e il 2009. I documenti rivelano vari casi in cui soldati statunitensi hanno ucciso civili ai checkpoint, includono un conteggio delle vittime, cifrano i morti in Iraq a 109.032 e riconoscono che il 60% di essi erano civili.

Il “cablegate”: documenti della diplomazia statunitense

Novembre 2010: Pubblicazione della corrispondenza segreta dei diplomatici statunitensi in tutto il mondo che ha svelato il lato oscuro delle loro relazioni internazionali. La fuga di oltre 250.000 messaggi del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha rivelato i contenuti di interviste e riunioni di alto livello e ha addirittura svelato attività sconosciute legate direttamente allo spionaggio.

Gli archivi di Guantanamo

Aprile 2011: Fuga di quasi 800 documenti segreti del Pentagono sull’uso del centro di detenzione di Guantanamo per ottenere informazioni dai suoi detenuti, molti dei quali non avevano alcuna connessione con il terrorismo.

Gli Stati Uniti hanno ammesso in quei rapporti che 83 dei 779 detenuti non rappresentavano alcun rischio per la sicurezza della nazione, mentre altri 77 erano “improbabili” che rappresentassero una minaccia per il paese o i suoi alleati. L’Esercito stesso ha stimato che circa il 20% dei prigionieri fosse stato portato al penitenziario in modo arbitrario.

Ottobre 2012: Fuga di oltre 100 rapporti sui procedimenti utilizzati nella prigione di Abu Ghraib (Iraq) e nuovamente a Guantanamo. Assange ha dichiarato che questi documenti dimostrano “la creazione di uno spazio oscuro in cui legge e diritti non esistono, dove le persone possono essere detenute senza lasciare traccia, a discrezione del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti”.

Spionaggio in Europa

Giugno 2015: Pubblicazione dei rapporti dell’NSA (National Security Agency) degli Stati Uniti elaborati da comunicazioni intercettate degli ex presidenti francesi Jacques Chirac e Nicolas Sarkozy, così come dell’allora presidente François Hollande.

Tra le comunicazioni intercettate figuravano discussioni sulla crisi del debito in Grecia – anche sulla possibilità che il paese ellenico abbandonasse l’Unione Europea – o conversazioni sul leadership dell’eurozona, così come sulle relazioni tra il governo Hollande e quello della cancelliera tedesca Angela Merkel.

Spionaggio a Netanyahu, Berlusconi e Ban Ki-moon

Febbraio 2016: Rivelazione di documenti che hanno evidenziato lo spionaggio da parte dell’NSA contro altri leader mondiali, come il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, l’ex primo ministro italiano Silvio Berlusconi e l’allora segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon.

Email di Hillary Clinton

Marzo 2016: Pubblicazione di oltre 30.000 email ricevute e inviate da Hillary Clinton dal suo server privato tra il 30 giugno 2010 e il 12 agosto 2014, quando era segretario di Stato. Tra le fughe c’erano 27.000 email del Comitato Nazionale Democratico (CND) che hanno rivelato il rifornimento di armi per i radicali in Siria, tra le altre questioni.