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Peste bubbonica: nuovo caso negli USA

E’ allarme peste negli Stati Uniti. Dopo il quarto decesso dell’anziano dello Utah nel mese di aprile, una ragazza di 16 anni della contea di Crook nell’Oregon, è stata diagnosticata la peste bubbonica. A confermarlo sono stati i medici. Sembra che la ragazza abbia contratto la malattia in seguito al morso delle pulci avvenuto durante una battuta di caccia nei pressi di Heppner, nella zona nord-orientale dello stato. La teenager si è sentita male, dopo 5 giorni è stata ricoverata, e ora si trova in terapia intensiva. Negli ultimi dieci mesi la malattia ha provocato già undici contagi e tre decessi in Colorado, Arizona, New Mexico, California, Georgia e Oregon. Il timore è che siano i primi segni di una nuova epidemia. L’ultima vittima aveva contratto la peste ai primi di agosto. Gli altri morti di peste nel corso dell’anno avevano 16, 52 e 79 anni. La peste è molto rara e curabile con gli antibiotici se presa in tempo, ma le autorità federali sono preoccupate per l’aumento dei casi quest’anno. Se non viene trattata, la malattia è fatale in una percentuale che va dal 66% al 93% dei casi. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention, invece, se curata la mortalità è ridotta a circa il 16%. La peste bubbonica colpisce i linfonodi, mentre altri due tipi di peste setticemica causano una l’infezione del sangue, e la forma più contagiosa infetta i polmoni. A seguito della notizia, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, senza voler ingenerare alcun senso di panico, ma solo per semplice precauzione, invita tutti i turisti che si sono recati in particolare nei parchi degli USA negli ultimi due mesi a sottoporsi a profilassi, recandosi in primo luogo dal proprio medico curante e se dovessero avvertire sintomi influenzali ad andare presso le strutture sanitarie ospedaliere più vicine comunicando immediatamente e senza remore anche di essere a rischio di contagio. Per chi parte ed ha intenzione di recarsi comunque nei grandi parchi americani, invece, è chiaro che l’assenza di conoscenze specifiche e di cure certe sulla malattia deve comportare la massima attenzione per evitare di entrare a contatto con i roditori e con la loro saliva ed urine, pretendendo presso gli operatori turistici un’accurata pulizia e disinfezione delle tende – cabine e dei bungalow.

Estrella Herrera

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