La compagnia statunitense Ocean Infinity ha avviato martedì una nuova ricerca del volo MH370 di Malaysia Airlines, scomparso nell’Oceano Indiano nel marzo del 2014. La missione si concentra su un’area di circa 15.000 chilometri quadrati a circa 1.500 chilometri dalla costa di Perth, in Australia, secondo quanto riportato dai media locali.
Questa nuova iniziativa segna l’inizio di una fase di ricerca più mirata rispetto ai tentativi precedenti, che hanno visto un’area di ricerca di oltre 200.000 chilometri quadrati e che non hanno portato a risultati concreti. Ocean Infinity, con sede ad Austin, Texas, ha firmato un contratto con il governo malaiano, impegnandosi a localizzare i resti dell’aereo scomparso in una zona specifica dell’oceano.
La ricerca si concentrerà su quattro punti caldi in un’area ridotta, un approccio più preciso rispetto alle operazioni precedenti. Sebbene l’area di ricerca sia stata limitata, le difficoltà legate alla topografia del fondale marino potrebbero rappresentare un ostacolo significativo.
I fondali dell’Oceano Indiano in quella zona sono caratterizzati da acantiladi sottomarini e volcani sottomarini, che complicano ulteriormente le operazioni di ricerca e dragaggio. Inoltre, la situazione è resa più difficile dalle condizioni meteorologiche instabili, con il ciclone Bianca che sta influenzando le coste occidentali australiane, causando forti onde.
Nonostante le difficoltà, la ricerca proseguirà con l’impiego di tecnologie avanzate, tra cui il sistema di ricerca marina autonoma. Tuttavia, resta incerta la giurisdizione sui resti che potrebbero essere trovati dal nave da ricerca e il processo di dragaggio che seguirà. La questione più delicata riguarda l’eventuale recupero delle scatole nere, che potrebbero fornire informazioni cruciali per comprendere la dinamica dell’incidente.
Il MH370 era in viaggio da Kuala Lumpur a Pechino l’8 marzo 2014, quando è scomparso misteriosamente con 239 persone a bordo. L’operazione di ricerca, che è stata la più grande nella storia dell’aviazione, è stata avviata sotto la direzione dell’Australia. Nonostante i numerosi sforzi, la ricerca si è interrotta nel gennaio 2017, dopo che non sono stati trovati segnali significativi del velivolo in una vasta zona di 120.000 chilometri quadrati nell’Oceano Indiano.
Negli ultimi mesi, il governo malese ha ripreso le trattative con Ocean Infinity. Il ministro dei Trasporti della Malesia, Anthony Loke, ha annunciato a novembre che l’azienda aveva proposto di riprendere le ricerche con una formula “se non si trova, non si paga”, un accordo che consente di avviare nuove operazioni senza alcun costo per il governo malese, qualora i resti dell’aereo non vengano rinvenuti.
Con l’avvio di questa nuova ricerca, l’attenzione rimane alta, con la speranza che finalmente si riesca a fare chiarezza sulla misteriosa scomparsa del volo MH370, un caso che ha sconvolto il mondo intero e che ancora oggi resta avvolto nel mistero.
Nel panorama televisivo italiano si registra un importante sviluppo riguardante la nuova edizione del Grande…
Quanto guadagna il tenore del trio de Il Volo, Piero Barone? Cifre stratosferiche. Da oltre…
La sicurezza digitale si basa oggi non solo su sistemi di protezione, ma anche su…
Scopri la Tahiti italiana, questa spiaggia è super segreta e a numero chiuso: quasi nessuno…
L’INPS si prepara a erogare un bonus economico nel mese di ottobre, che raggiungerà importi…
Le nuove puntate de Il Paradiso delle signore 10, in onda a partire da ottobre…