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Nutella, l’olio di palma e la tassa in Francia

OLIO DI PALMA NELLA NUTELLA, e nuova tassa decisa dal Senato francese. Due argomenti su cui riflettere, dal punto di vista economico, ma anche nutrizionale.

Il fatto: novembre 2012, in Francia, la Commissione Affari Sociali, ha approvato un emendamento che aumenta la tassazione dell’olio di palma, del 300%.

Nutella: cult globale nel campo alimentare, un tempo icona del cibo italiano associata alle creme di nocciole tradizionali. Prodotto dell’italiana Ferrero, industria alimentare al quarto posto della classifica mondiale nel campo dolciario, dopo Nestlé, Mars e Altria.

Olio di palma: tra gli ingredienti della Nutella in sostituzione del più costoso burro di cacao, un grasso vegetale da sempre al centro di polemiche per i suoi effetti sulla salute e per l’impatto ambientale della sua produzione.

Come spiega “Il Sole 24 Ore”: l’olio di palma utilizzato da Ferrero per la Nutella subisce “un processo di raffinazione che permette di selezionare la parte più nobile dell’olio di palma. L’operazione è possibile grazie ad un impianto di frazionamento che possiedono solo sette aziende al mondo”.

La scelta di sostituire il burro di cacao con il più economico olio di palma permette alla Ferreo di ridurre il costo del prodotto, aumentandone la competitività sul mercato. La qualità nutrizionale dell’olio di palma, però, è criticata da gli specialisti dell’alimentazione, mentre numerose azioni di attivisti dell’ecologia, tra cui Greenpace, hanno posto sotto accusa la Ferrero perché utilizza un olio vegetale la cui produzione implica la deforestazione, soprattutto in Indonesia, per l’impianto delle palme.

La “tassa Nutella“: così ribattezzata, ma che in realtà va a colpire tutte quelle aziende che fanno uso nei loro prodotti dell’olio di palma, ha le sue motivazioni principali nel tentativo del governo francese di “far cassa” in tempo di crisi economica.

Probabilmente solo in seconda battuta lo Stato si preoccupa della salute dei cittadini e della nocività dell’olio di palma, parlando della tassa come di un deterrente dal consumo massiccio di questo ingrediente nell’industria alimentare, soprattutto per quanto riguarda gli alimenti per l’infanzia e dedicati ad un target di bambini e adolescenti. Alle industrie agroalimentari, ufficialmente lo Stato francese si rivolge con la tassa “affinché sostituiscano quest’olio con nuove composizioni più rispettose della salute umana”.

La risposta Ferrero: “elementi infondati sul piano nutrizionale e ambientale“, quelli avanzati dalla Commissione Affari Sociali del Governo francese. La replica di Ferrero è precisa e dettagliata, e arriva in una nota ufficiale che definisce l’azienda “da sempre attentissima alla qualità dei suoi prodotti e delle sue materie prime, utilizza olio di palma perché le sue proprietà intrinseche conferiscono al suo principale prodotto, Nutella, le caratteristiche uniche di gusto, di consistenza e nutrizionali“.

La polemica Ferrero: “Contrariamente ad alcune comunicazioni opportuniste, sostenute da produttori di altri tipi di olio vegetale, è falso affermare che l’olio di palma sia dannoso per la salute: esso infatti non contiene grassi idrogenati, che invece sono dannosi“.

La “tassa Nutella” in cifre: un barattolo di Nutella da cinque chili, subirà un rincaro di 30 centesimi di euro. Ma non è solo la Nutella a contenere l’olio di palma tra i suoi ingredienti, e le casse dello Stato francese si rimpingueranno nella misura di 40 milioni di euro l’anno. A meno che le industrie alimentari non decidano di cambiare l’olio di palma in qualche altro olio vegetale meno discutibile, e meno tassato, nelle ricette dei loro prodotti.

I consumatori, francesi e non solo, sono stati messi sicuramente di fronte a un problema, più di natura alimentare e nutrizionale che economico. Le riflessioni generate a livello globale da questa tassa francese, c’è da aspettarselo, come molte altre volte nella storia della Nutella, non termineranno con l’approvazione o il rifiuto dell’emendamento, la cui discussione si attende in Senato per il 12 novembre 2012.

Intanto, di sicuro ci sarà un incremento delle ricerche di informazioni sulla Nutella e una lettura più attenta dell’etichetta. Più che le ricette a base di Nutella, è probabile che le brave mamme si rivolgano al web per cercare le ricette per una “nutella” fatta in casa o informazioni su prodotti simili, crema di nocciole, ma più genuina e magari BIO. Come fu nel periodo del precedente scandalo in cui fu coinvolto il prodotto Ferrero, la class action delle mamme americane per la pubblicità ingannevole della Nutella.

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