MACROECONOMIA – L’italia, con la crescita di novembre, contribuisce all’incremento generale dell’attività manifatturiera nell’Eurozona. Le fabbriche italiane e quelle tedesche hanno contribuito a sostenere una modesta espansione dell’attività manifatturiera nel mese di novembre, nonostante le contrazioni di cui sono state invece protagoniste Francia e Spagna.
Lo rivelano i dati diffusi dal Purchasing Managers Index (PMI) e lo sottolinea un interessante articolo del quotidiano internazionale di economia, Wall Street Journal.
La ripresa dell’attività manifatturiera nella zona dell’euro nel mese di novembre 2013 è stata raggiunta nonostante un calo sorprendente dell’industria spagnola, segno che il modesto ritorno alla crescita economica del quarto membro più grande della zona euro potrebbe già vacillare.
Il miglioramento complessivo è stato condotto dalla Germania, ma importante anche il contributo dell’Italia. Segni di ripresa e rafforzamento, come previsto, anche nei Paesi Bassi e in Austria. Il settore manifatturiero dell’Irlanda ha continuato ad espandersi anche se in modo minore rispetto ai tre mesi precedenti, mentre quello della Grecia ha continuato a contrarsi, pur
In generale, l’aumento delle esportazioni in paesi estranei all’Eurozona ha aiutato a compensare la debolezza della domanda interna, dovuta al periodo di crescita debole dei salari e alle riforme del mercato del lavoro. I produttori dichiarano anche di aver aumentato i prezzi, al ritmo più veloce dal 2012.
Il rapporto del PMI evidenzia anche un aumento del numero di occupati in Italia nel settore industriale, il primo incremento dall’inizio della recessione che ha visto il tasso di disoccupazione superare il picco del 12% del 1977 ad ottobre, raggiungendo il 12,5%.
L’attività nel settore manifatturiero ha registrato un leggero rallentamento in Cina, nello stesso mese.