Secondo una ricerca recentissima condotta da GFK Eurisko per il 23% degli intervistati una relazione virtuale può essere soddisfacente tanto quanto un rapporto reale. Il che non sorprende, vista l’epoca altamente digitalizzata in cui viviamo e il moltiplicarsi di app e portali di dating online.
Ma quando si tratta di infedeltà, un flirt esclusivamente virtuale conta quanto un reale tradimento?
È quello che si è chiesto Gleeden – il sito di incontri extraconiugali leader in Europa, che ha voluto indagare ulteriormente il fenomeno coinvolgendo in un sondaggio la sua community di quasi 3 milioni di infedeli. Ecco cosa ha scoperto.
4 donne su 10 sono soddisfatte di una relazione extraconiugale puramente virtuale
Può una relazione condotta esclusivamente sul piano virtuale soddisfare la voglia di infedeltà nella coppia? A quanto pare sì, almeno per 4 donne sposate su 10 (41%) che dichiarano di non aver bisogno che la liason passi a qualcosa di reale per dare loro l’emozione che stanno cercando.
Per rompere la monotonia della vita di coppia è spesso sufficiente avere un flirt virtuale (48%), che faccia sentire di nuovo seducenti e desiderabili senza dover passare concretamente dalle parole ai fatti. Per la maggioranza delle donne di Gleeden che si accontentano di una relazione digitale, l’infedeltà è vista infatti come un gioco di seduzione, in cui sono la segretezza e il mistero che intrigano e soddisfano. Per il 24% delle intervistate, inoltre, è meglio non assumersi il rischio di una vera relazione, anche perché spesso viene vista come il segnale di una definitiva rottura del rapporto di coppia. Molto meglio togliersi lo sfizio usando l’immaginazione in chat, che per il 19% può addirittura tradursi in una innocua chiacchierata con qualcuno che condivida semplicemente una situazione sentimentale simile.
Nondimeno, non si può ignorare il fatto che il 59% delle donne continui a preferire il contatto umanoe, anche se la relazione ha inizio dietro un monitor, la voglia di conoscersi, parlarsi, toccarsi e guardarsi negli occhi prevale su tutto. Quando una donna decide di tradire non lo fa a cuor leggero e quando si butta lo fa con tutto il corpo.
Dopo la chat l’uomo vuole di più
Agli uomini chattare non basta, come dichiara senza indugi il 72% degli intervistati.
Ma per il restante 28% di uomini sposati che si dice contento di condurre un affair unicamente virtuale, la scelta ha risvolti molto meno romantico-psicologici e sicuramente più pratici: tradire è pericoloso, si rischia di essere scoperti e di mandare all’aria una stabilità di coppia tutto sommato soddisfacente. Se l’uomo sceglie di tradire nascosto dietro uno schermo, è perché in fondo ha paura di essere scoperto (43%). Molto meglio usare la fantasia, quindi, e concentrare i propri sforzi di infedeltà coltivando “innocui” flirt virtuali (36%).
Come per le donne, tuttavia, anche per gli uomini a volte non c’è alcuna vera volontà di tradimento dietro allo sbocciare di un’amicizia online: si tratta piuttosto di un bisogno di comunicare e confidarsi, soprattutto quando la comunicazione con il partner ufficiale viene meno (19%).
Chattare è tradire?
Ma qual è il confine dell’infedeltà 2.0? Può un flirt virtuale essere equiparabile a un vero e proprio tradimento? Su questo gli uomini e donne di Gleeden sembrano essere più o meno d’accordo: finché la relazione non esiste sul piano reale non è una vera relazione.
Come prevedibile, per gli uomini la differenza è più netta e per il 69% coltivare una o più liason virtuali non significa assolutamente venir meno alla compagna ufficiale. Per le donne invece è più difficile distinguere le due cose, tanto che per il 53% delle intervistate qualunque rapporto con l’altro sesso che vada oltre la semplice amicizia è comunque considerato tradimento: d’altronde per il gentil sesso è sempre una questione di testa e di cuore, fattori entrambi presenti in qualsiasi tipo di relazione sia essa digitale o fisica.
La parola alla “sexpert” Maia Mazaurette
«Mi chiedo quanto sia lecito parlare ancora di relazioni “virtuali” in un’epoca dove passiamo la maggior parte del nostro tempo online. O quando è ormai di pubblico dominio il fatto che almeno la metà di noi pensa a un altro quando fa l’amore… Nel 2016 è difficile mantenere una netta distinzione tra ciò che è virtuale e ciò che è reale. – commenta la nota giornalista, scrittrice e “sexpert” francese Maïa Mazaurette. – Quello che trovo invece interessante in questa indagine di Gleeden è come, ancora una volta, gli uomini e le donne si comportino in maniera del tutto diversa di fronte al concetto di infedeltà, qualunque etichetta si decida di mettergli. Per lei, il solo pensarci è già un po’ tradire. Per lui, invece, i dubbi vengono da constatazioni di carattere pratico. Per gli uomini il confine è puramente fisico, per le donne è a livello emozionale. Gli studiosi dell’evoluzione tirerebbero in ballo le differenti strategie di riproduzione: il maschio vuole avere la certezza di essere l’unico fecondatore, per assicurarsi che la prole sia sua; la femmina cerca un compagno che le sia devoto, e che non la lasci da sola a prendersi cura della famiglia. Se ci si pensa, tutto fila».
Ma c’è un altro elemento che l’indagine porta alla luce, se si vuol restare in tema di evoluzione. Sono passati solo due anni dall’ultimo sondaggio sull’infedeltà dell’Istituto Francese di Opinione Pubblica IFOP condotto per Gleeden su scala Europea: nel 2014 ben il 57% degli intervistati considerava tradimento lo scambio di messaggi piccanti con un altro/a via chat o SMS, in particolare le donne (63%). Oggi, complice la digitalizzazione massiva del quotidiano, la percentuale è scesa del 20%. E sono passati solo due anni!
*Sondaggio condotto online sul sito Gleeden.com dal 25 marzo al 3 aprile 2016 su un campione di 4.003 uomini e 4.014 donne iscritti al sito.