Fine della civiltà umana predetta da un Computer 50 anni fa.

Erano gli inizi degli anni ’70 e il futuro della civiltà umana non era mai stato più brillante. Purtroppo però un modello matematico sviluppato da un ingegnere informatico pioneristico al MIT aveva previsto qualcosa di terrificante: avvisava della fine della civiltà umana sulla Terra.

Il modello, basato sul lavoro di Jay Wright Forrester del MIT, considerato il padre della dinamica di sistema, era stato utilizzato da quattro dei suoi studenti. I ricercatori del MIT erano stati incaricati da un’organizzazione d’élite chiamata Club di Roma per prevedere quale sarebbe stato il futuro della crescita globale date le risorse planetarie limitate.

La ricerca risultante, The Limits to Growth (Rapporto sui limiti dello sviluppo) – il libro ambientale più venduto di tutti i tempi, descritto come probabilmente “il lavoro accademico più innovativo degli anni ’70” – non offriva una visione ottimistica del mondo di domani.

Il modello ha analizzato i cinque fattori considerati più probabili per influenzare lo sviluppo sulla Terra. Aumento della popolazione, produzione agricola, esaurimento delle risorse non rinnovabili, produzione industriale e generazione di inquinamento.

Usando un raffinato modello informatico chiamato World3, basato sul sistema World1 originale di Forrester, i ricercatori hanno calcolato che con una traiettoria di “business as usual”, la nostra società collasserebbe effettivamente a un certo punto in questo secolo.

Uno dei motivi per cui il modello di computer è tornato in prima pagina oggi, è perché la Australian Broadcasting Corporation (ABC) ha condiviso parte della sua copertura televisiva originale della ricerca in una nuova clip di YouTube, e offre una premonizione agghiacciante di un lontano XXI secolo dalla prospettiva del 1973.

Concentrandosi sul programma per computer World1 in esecuzione su quello che allora era il “più grande computer” dell’Australia, il segmento – che in origine era in onda il 9 novembre 1973 – rompe il modo in cui il modello formula alcune delle sue previsioni prima di intervistare i membri degli sponsor dello studio, il Club di Roma.

“Quello che fa per la prima volta nella storia dell’uomo sul pianeta è vedere il mondo come un unico sistema. Mostra che la Terra non può sostenere l’attuale popolazione e la crescita industriale per molto più di qualche decennio”.

La cosa più agghiacciante di tutto, come spiegato su Science Alert, è come nei calcoli che non potevano ancora considerare il cambiamento climatico causato dagli esseri umani come una variabile, il modello prevede come la qualità della vita inizierà a collassare dopo ondate di popolazione e inquinamento, accompagnata da una diminuzione massiccia di risorse naturali.

Al momento del suo lancio, The Limits to Growth è stato subito ampiamente criticato in molti settori, nonostante le sue enormi vendite. Nonostante le critiche, molti gli danno il merito di essere considerato l’annuncio della consapevolezza generale del concetto di sostenibilità ambientale.

“The Limits to Growth (I limiti della crescita) a nostro avviso, è un’opera vuota e ingannevole”, ha scritto The New York Times. “Il suo imponente apparato di tecnologia informatica e gergo dei sistemi … prende assunzioni arbitrarie, le scuote e trae conclusioni arbitrarie che hanno l’anello della scienza”.

Nei decenni successivi, la ricerca ha dimostrato che molte delle previsioni fatte da questo modello pionieristico sono terribilmente accurate. Alcuni sostengono che possiamo “aspettarci che le prime fasi del collasso globale comincino ad apparire presto”.