Un documento dell’FBI che è stato rilasciato in massa lunedì ha rivelato la portata dei dati personali che l’agenzia statunitense è in grado di raccogliere da popolari applicazioni di messaggistica come iMessage di Apple e WhatsApp di Meta, utilizzando un’ingiunzione del tribunale o una citazione in giudizio.
Il rapporto, datato 7 gennaio 2021 e preparato congiuntamente dalle divisioni Science and Technology e Operational Technology dell’FBI, rivela i diversi mezzi a disposizione dell’agenzia per estrarre dati riservati dagli utenti di nove piattaforme di messaggistica, in particolare iMessage, Line, Signal, Telegram, Threema, Viber, WeChat di Tencent, WhatsApp di Meta e Wickr.
Come dettagliato nella pubblicazione della rivista Rolling Stone, WhatsApp può fornire informazioni quasi in tempo reale su un utente e le sue attività grazie ai metadati che genera. Sebbene l’FBI non possa accedere direttamente ai messaggi, dispone di altri dati preziosi sull’utente spiato, come i contatti e il registro delle comunicazioni.
Daniel Kahn Gillmor, tecnologo dell’American Civil Liberties Union (ACLU), avverte:
“Che WhatsApp offra tutte queste informazioni è devastante per un giornalista che comunica con una fonte riservata“.
Il documento dell’FBI rivela anche che un altro gigante della tecnologia, Apple, è tenuto a fornire informazioni di base sui suoi utenti, nonché registri di 25 giorni dell’attività di iMessage. Inoltre, con un’ingiunzione del tribunale, l’agenzia statunitense ha il diritto di accedere ai messaggi effettivamente inviati e ricevuti che possono essere archiviati in iCloud.
Nonostante il fatto che sia WhatsApp che iMessage promettano ai propri clienti la massima sicurezza e protezione dei propri dati, lo stesso documento dell’FBI descrive entrambe le applicazioni come le più permissive esistenti. In confronto, la piattaforma Signal fornisce solo la data e l’ora in cui l’utente si registra e si connette. Da parte sua, Wickr fornisce dati sul dispositivo, la data di creazione dell’account e le informazioni di base dell’abbonato.
Ryan Shapiro, direttore esecutivo di Property of the People, un’organizzazione con sede a Washington che ha pubblicato il rapporto:
“La privacy è essenziale per la democrazia. La facilità con cui l’FBI monitora i nostri dati online, estraendo i dettagli intimi della nostra vita quotidiana, ci minaccia tutti e apre la strada a un governo autoritario“.