Scienze / Ambiente

Astronomi entusiasti per scoperta sensazionale: trovate prove di una delle prime stelle nell’universo?

Un gruppo internazionale di astronomi potrebbe aver scoperto antichi resti chimici di una delle prime stelle dell’universo. Secondo quanto pubblicato dal National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory (NOIRLab), gli scienziati ritengono di aver identificato materiale residuo dall’esplosione di una stella di prima generazione, poiché esaminando gli elementi chimici contenuti nelle nubi che circondano un quasar, hanno notato una composizione molto insolita: il materiale conteneva più di 10 volte più ferro che magnesio, rispetto al rapporto di questi elementi nel nostro Sole.

È stata questa caratteristica sorprendente che ha portato i ricercatori a credere che fossero tracce di una delle prime stelle dell’universo, che è esplosa in una supernova a instabilità di coppia, un tipo di supernova di potere speciale.

A differenza delle supernove ordinarie, le supernove a instabilità di coppia non lasciano resti stellari come i buchi neri, quindi l’unico modo per identificarli è dai residui chimici.

Per esaminare questi elementi, gli scienziati si sono rivolti allo spettrografo nel vicino infrarosso del telescopio Gemini, uno dei pochi con gli strumenti giusti per effettuare tali osservazioni. Tuttavia, determinare la quantità di ciascun elemento presente è rimasta una sfida, poiché la luminosità della linea in uno spettro dipende da molti altri fattori oltre all’abbondanza dell’elemento stesso.

Per risolvere questa domanda, due coautori dello studio, Yuzuru Yoshii e Hiroaki Sameshima, dell’Università di Tokyo, hanno sviluppato un metodo che utilizza l’intensità delle lunghezze d’onda nello spettro di un quasar per stimare l’abbondanza degli elementi presenti.

Yoshii e i suoi colleghi ritengono che il risultato della ricerca fornisca la prova più chiara di un fenomeno finora inosservato e che la scoperta aiuterà a completare la nostra comprensione dell’evoluzione della materia nell’universo fino ai giorni nostri. Tuttavia, il team riconosce che sono necessarie più osservazioni per vedere se altri oggetti hanno caratteristiche simili.

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