La virtù come mezzo giusto per la felicità. Il filosofo greco Aristotele vedeva le virtù come tratti caratteriali e tendenze ad agire in un modo particolare. Ogni virtù è il mezzo tra eccesso e mancanza. Applicato in termini pratici, una persona virtuosa saprà quanto può bere senza essere troppo e senza astenersi completamente.
Per Aristotele, diventiamo moderati praticando la moderazione, coraggiosi praticando il coraggio, tra le altre affermazioni, che fanno diventare la virtù un’abitudine.
Attraverso le virtù, i mezzi tra eccesso e mancanza, Aristotele ha cercato di incanalare i desideri verso la felicità.
Coraggio: il punto centrale tra codardia e imprudenza. La persona coraggiosa è consapevole del pericolo ma va comunque.
Temperanza: la virtù tra eccessiva indulgenza e insensibilità. Aristotele vedeva la persona che non beve mai, in modo così severo tanto quanto quella che beve troppo.
Generosità: virtù della carità, questa è la media aurea tra la meschinità e il donare di più di quanto tu possa permetterti.
Magnificenza: la virtù di vivere in modo stravagante. Riposa tra meschinità e volgarità. Aristotele non vede alcun motivo per essere ascetico, ma mette anche in guardia contro essere appariscente.
Magnanimità: la virtù legata all’orgoglio, è il punto medio tra non dare abbastanza credito e avere manie di grandezza. È un fatto che devi anche agire in questo senso di autostima e sforzarti per la grandezza.
Pazienza: questa è la virtù che controlla il tuo temperamento. La persona paziente non dovrebbe arrabbiarsi troppo o arrabbiarsi quando dovrebbe.
La verità: la virtù dell’onestà. Aristotele la colloca tra i vizi della menzogna abituale e il fatto di non avere tatto o vanteria.
Astuzia: è il punto medio tra buffoneria e scortesia, questa è la virtù di un buon senso dell’umorismo.
Simpatia: sebbene essere amichevole potrebbe non sembrare una virtù morale, Aristotele sostiene che l’amicizia è una parte vitale di una vita ben vissuta. Questa virtù sta nel non essere affatto gentile ed essere troppo amichevole con troppe persone.
Vergogna: la via di mezzo tra l’essere troppo timido e l’essere spudorato. La persona che ha la giusta dose di vergogna lo capirà quando avrà commesso un errore sociale o morale, ma non avrà paura di non correre rischi.
Giustizia: la virtù di trattare in modo equo con gli altri. È tra egoismo e disinteresse. Questa virtù può anche essere applicata in diverse situazioni e ha un capitolo completo dedicato alle varie forme che può assumere.
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