Profezia Maya: la data in cui l’umanità esaurirà le risorse del Pianeta
Le profezie della civiltà maya, pur non prevedendo la fine del mondo, avvertivano dell’importanza di mantenere un equilibrio con la natura. Secondo alcuni esperti, il giorno in cui l’umanità esaurirà le risorse del Pianeta potrebbe essere imminente. Ecco i dettagli.
I Maya e la loro concezione del tempo
Le antiche profezie della civiltà maya continuano a suscitare interesse nel presente. Sebbene molti le abbiano associate alla fine del mondo, una lettura più attenta delle loro predizioni riguarda soprattutto il consumo insostenibile delle risorse naturali e il disaccordo con l’ambiente.
I Maya, una delle civiltà più avanzate della Mesoamerica precolombiana, avevano una concezione del tempo molto diversa dalla nostra. Il loro calendario Tzolk’in, che si basava su cicli di 260 giorni, e il calendario Haab’ di 365 giorni, formavano un sistema complesso per misurare non solo il passaggio del tempo, ma anche i cicli cosmici e naturali.
I Maya vedevano il tempo come un ciclo continuo, in cui eventi e situazioni si ripetono nel corso delle ere. La loro visione del mondo era fortemente legata alla salute dell’ambiente naturale.
Il “Giorno del Superamento”: quando esauriremo le risorse naturali
Oggi, alcuni studiosi moderni hanno interpretato i cicli temporali dei Maya alla luce delle attuali problematiche legate all’esaurimento delle risorse naturali. Sebbene i Maya non abbiano indicato un giorno specifico per l’esaurimento delle risorse, il concetto del “Giorno del Superamento” si avvicina inquietantemente alle loro previsioni.
Secondo il Global Footprint Network, il Giorno del Superamento, ovvero il giorno in cui l’umanità avrà consumato tutte le risorse che la Terra può rigenerare in un anno, avverrà a febbraio del 2025. Da quella data, l’umanità inizierà a vivere “a credito”, utilizzando risorse naturali in quantità maggiore rispetto a quelle che la Terra è in grado di rinnovare annualmente. Questo scenario comporta la sovrasfruttamento di foreste, oceani, acqua potabile e biodiversità, generando uno squilibrio critico negli ecosistemi globali.
Questi presagi, sebbene lontani dal predire la fine del mondo, mettono in guardia sull’urgenza di un cambiamento radicale nei nostri stili di vita, per evitare danni irreversibili alla nostra casa comune.